Il Saluber Jazz Festival ha dimostrato di aver raggiunto un alto livello di maturità, nonostante si tratti di un evento giunto quest’anno soltanto alla terza edizione.
La Direzione Artistica, confermata anche quest’anno all’eclettico percussionista cubano Ernesttico, ha consentito di consolidare un format di successo, facendolo evolvere ulteriormente.
L’idea della famiglia D’Amicis, titolari dell’azienda Saluber Disinfestazioni che ha una sede a Calcinato (BS) e una in Puglia, è stata quella di convogliare il budget, che in precedenza era destinato a marketing e sponsorizzazioni, ad un progetto che coniuga l’amore per la musica della famiglia D’Amicis con il benessere dei dipendenti e la valorizzazione del territorio.
Ciò ha generato anche quest’anno un tris di concerti gratuiti che hanno attirato complessivamente più di duemila spettatori, dal 27 al 29 giugno, presso la sede della Società stessa a Calcinato (BS).
Artisti di livello internazionale, quali il trio della pianista e cantante Jany McPherson, la band africana Paa Kow Afro Fusion Quartet e il noto gruppo italiano dei Dirotta su Cuba di Simona Bencini, si sono alternati nelle tre serate sul palco del Saluber Jazz Festival.
L’iniziativa ha avuto anche due eventi collaterali che hanno impreziosito l’offerta artistica.
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Nel giorno del suo compleanno, Karima ci ha donato la sua splendida voce dal palco del Blue Note Milano.
E’ ormai passato tanto tempo da quando nel 2006 si è fatta conoscere al pubblico partecipando ad “Amici” e vincendo il Premio della Critica. La ricordiamo, inoltre, per la partecipazione a Sanremo nel 2009 con la bellissima canzone “Come in ogni ora”, affiancata da due illustri musicisti come Buth Bacharach e Mario Biondi.
Da allora l’eccezionale cantante toscana, con padre algerino, ha pubblicato cinque album ed è venuta sul palco del prestigioso locale milanese a presentare il suo sesto lavoro dal titolo “Canta Autori”, in uscita lo stesso giorno e che rappresenta un raffinato tributo ai grandi autori della musica italiana.
Il concerto è iniziato con “Fortuna” di Mario Venuti, in cui l’artista livornese reinterpreta elegantemente questa canzone, mantenendo il ritmo della bossa nova ma in chiave jazz.
Fabio Concato è stato riproposto con la dolce “Buonanotte a te” e la simpaticissima “Rosalina”, mentre “Anna e Marco” di Lucio Dalla ci ha portato, delicatamente e in chiave soul, in una dimensione interiore molto particolare.
L’atmosfera creata da “Scrivimi” di Nino Bonocore ha permesso a Karima di mettere in mostra tutte le sue doti canore, così come in “Prendila così” di Lucio Battisti, dove il testo profondo è stato accompagnato da un groove ed un ritmo decisamente accattivanti.
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In una atmosfera di attesa e rispetto, il palco del Blue Note Milano ha accolto il trio di fuoriclasse del jazz guidato da Antonio Faraò.
E’ stato l’ultimo concerto del tour in cui il terzetto di puro talento, toccando numerose città europee, ha presentato l’ultimo album “Tributes” del celebre pianista romano.
I musicisti hanno dimostrato una intesa profonda, accompagnando gli spettatori in un viaggio musicale, con stile e ispirazione.
Antonio Faraò, pianista di notevole talento, ha guidato il trio con il tocco sui tasti potente e raffinato allo stesso tempo. Le sue linee melodiche hanno trovato terreno fertile nel dialogo con il magico contrabbasso di John Patitucci, con un timbro fuori dal comune.
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Allan Harris è un cantante chitarrista nato a Brooklyn e cresciuto ad Harlem. Questa provenienza influenza decisamente i gusti musicali di chiunque la vive e con il suo concerto al Blue Note Milano ne abbiamo avuto la conferma.
Già noto al pubblico italiano, anche per le sue presenze ad Umbria Jazz, ma alla sua prima volta sul palco del noto locale milanese, ha portato il suo progetto “The Poetry of Jazz”, nel quale, con la sua voce baritonale calda e avvolgente ha alternato narrazioni a standard jazz e blues, nonché brani originali.
Nella sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti quali la vincita per tre volte del New York Nightlife Award come “Outstanding Jazz Vocalist” e il premio di DownBeat come “Rising Star Jazz Vocalist”.
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Keyon Harrold è un pluripremiato trombettista, cantante, compositore e produttore, che vanta collaborazioni importanti con Robert Glasper, Malaya, Snoop Dogg, Jay Z, Beyoncé ed Eminem.
E’ in tour per promuovere il suo nuovo album “Foreverland”, una fusione fra generi diversi come jazz, afrobeat, soul, hip-hop, rock.
Lui stesso definisce "Bop Pop Hip-Hop Jazz" lo stile musicale della sua band, che nelle esibizioni live raggiunge il massimo della espressione, di cui abbiamo avuto la conferma nel suo concerto al Blue Note Milano.
Il trombettista americano, di notevole talento, è stato affiancato da tre musicisti di indubbio valore artistico e i commenti e le reazioni del pubblico sono state entusiasmanti.
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Il Blue Note Milano è da sempre punto di riferimento importante per i musicisti di talento della scena jazz, come il quintetto, composto da alcuni fra i migliori artisti internazionali, che ha reso onore alla musica di Alfred McCoy Tyner, scomparso nel 2020 all’età di 81 anni.
Il pianista e compositore statunitense agli inizi degli anni ’60 è entrato a far parte del prestigioso quartetto di John Coltrane e successivamente si è dedicato ad una carriera da solista.
Le sue composizioni sono state fonte di ispirazione per molti musicisti, attraverso l’innovazione delle sue armonie e la potenza del ritmo dei suoi brani.
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Un anno fa avevo scritto il mio report sul precedente concerto dell’amica e splendida cantante Joyce Elaine Yuille.
Quest’anno Joyce si è presentata al Blue Note con una formazione tutta nuova, composta da un quartetto di musicisti di notevole talento.
Il concerto, gremito di pubblico, ha messo in luce un’artista che dimostra sempre di più la maturità acquisita negli anni, con una indiscussa padronanza del palco ed una modulazione della voce, capace di muoversi con naturalezza tra jazz, soul, gospel e blues.
Raffinata e con tonalità calde e profonde, Joyce è riuscita a coinvolgere il pubblico in una interazione fatta di cori e battiti di mani al tempo della musica.
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Emma Smith è una cantante jazz britannica con notevoli qualità canore, valorizzate dalla sua versatilità e dalla sua presenza scenica. Proviene da una famiglia di musicisti jazz e questo l’ha portata a dedicarsi a questo genere musicale sin dalla giovane età.
Ha partecipato al recente tour mondiale di successo del gruppo Postmodern Jukebox e durante la sua carriera ha potuto collaborare con artisti del calibro di Gregory Porter e Michael Bublé.
La pubblicazione del suo primo album da solista, dal titolo “Meshuga Baby”, risale al 2022 e contiene sia composizioni originali sia la reinterpretazione di standard jazz, mentre il suo ultimo album “Hat-Trick” è stato pubblicato a ottobre dell’anno scorso.
La sua versatilità vocale le consente di spaziare tra la tradizione e l’innovazione del jazz contemporaneo. Ed è proprio questo il mix che Emma Smith ha portato al Blue Note Milano.
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Stella Cole è una giovane cantante statunitense, che è giunta alla notorietà grazie alle sue performance musicali sui social networks.
Il tutto ha avuto inizio con un video su TikTok, in cui ha cantato a cappella “Over the Rainbow”, che ha avuto milioni di visualizzazioni. Con questo successo mediatico, dal 2020 al 2022 ha proposto canzoni settimanali su TiTok e Youtube, riuscendo a raggiungere una nuova generazione di ascoltatori, appassionati dei brani leggendari del Great American Songbook.
Dopo essersi esibita a New York in luoghi importanti come il Madison Square Garden, la Carnegie Hall, il Kennedy Center, il Birdland e il Cafe Carlyle, nel 2023 è stata in tour negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda con i Postmodern Jukebox di Scott Bradlee.
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Samara Joy è la giovanissima cantante che a 26 anni ha già vinto 5 Grammy e il cui successo è in rapidissima ascesa nel giro di pochi anni.
Ho potuto ascoltare ed apprezzare per la prima volta la sua voce vellutata a novembre del 2021 quando si era presentata sul palco del Blue Note Milano, accompagnata dal Pasquale Grasso Trio. In quell’anno ha pubblicato il suo primo album che prende il nome dalla cantante stessa.
Il suo talento è stato subito evidente ed il pubblico era stato sorpreso dalla bravura di questa giovane artista statunitense, che nei successivi quattro anni è divenuta una presenza canora nel mondo del jazz, così importante da aver già vinto 5 Grammy.
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