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Jazz on the Road Festival 2024,
la musica jazz
prima di ogni cosa

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Lo scorso mese di luglio ha avuto luogo la ventunesima edizione del Jazz on The Road Festival, che temevamo di non poter vedere, per gli annunci di un’ipotesi di scioglimento dell’omonima associazione bresciana, che era stata annunciata alla fine della precedente edizione.
Invece l’amore per la musica jazz, unito alla disponibilità e all’impegno dei volontari che compongono l’associazione, nonché l’aiuto di sponsor e finanziatori, hanno consentito di proseguire in questo interessantissimo progetto, che deve avere ancora lunga vita.
Anche quest’anno i nomi degli artisti, che ci hanno deliziato nei cinque concerti del Festival, erano di notevole richiamo ed il pubblico accorso numerosissimo lo ha dimostrato.
Il primo concerto si è tenuto a Palazzo Caprioli di Gussago (BS), in un accogliente giardino dove Eugenio Finardi, ha portato la sua suite “Euphonia”.
Un’ora e mezza senza interruzioni (da qui il termine suite) in cui il percorso musicale del trio ha attraversato alcune delle canzoni più famose di Eugenio Finardi, rivisitate in chiave jazz, e quelle di amici cantautori, in un volo che ha spaziato anche dal swing al blues, per vivere una esperienza coinvolgente.
La seconda serata ci ha regalato un doppio concerto, entrambi a Brescia.
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Francesco Bearzatti
Il jazz incontra il rock dei Led Zeppelin

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Chi mi conosce sa che una mia frase usuale è: “se rinasco imparo a suonare il sassofono”. Questa frase è tanto più vera quando senti suonare Francesco Bearzatti e ti rendi conto di cosa è in grado di fare con questo meraviglioso strumento musicale.
Nella seconda serata del Winter Jazz on the Road Festival, sul palco del Teatro Der Mast di Brescia è salito il trio guidato da Francesco Bearzatti, con un progetto in cui la capacità artistica di tre bravissimi musicisti jazz incontra la musica rock dei Led Zeppelin.
P.A.Z. (Post Atomic Zep) è infatti il nome di questo innovativo progetto, in cui alcuni dei brani più famosi dei Led Zeppelin vengono rivisitati in una chiave decisamente originale, pur mantenendo le sonorità conosciute.
Ne è un esempio la bellissima “Stairway To Heaven”, in cui il sassofono di Bearzatti emette le armonie di una chitarra elettrica ed il trio emoziona il numeroso pubblico presente.
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